L'inizio viene dato dal frutto che in autunno si stacca dalla
pianta e si deposita al suolo. Entro la primavera seguente esso germoglia e dà
vita ad una nuova pianticella. Solo dopo circa sei anni inizia a produrre i
primi ricci con i primi frutti. Sono però frutti selvatici: per migliorarne
l'aspetto ed il sapore occorre procedere all'innesto della pianta.
Sugli alberi di Brinzio sono stati eseguiti molti innesti, attraverso i quali si
sono selezionate le seguenti varietà:
PILISCÉ: alberi alti e svettanti, molto prolifici e primaticci;
RUSSIROR o russin: castagna più piatta, chiara e lucente, ottima per il
commercio, le spine del suo riccio sono tra le peggiori;
VENEGON: pezzatura più piccola, ma frutto molto più zuccherino e saporito,
oggetto di omaggio a persone di riguardo e molto apprezzata per le caldarroste;
PAJÉ:tardivo, frutto molto più scuro di buccia, nel riccio spesso solo una
grossa castagna ben formata e due musone o bagaj;
MARRONI: pochissimi alberi perché non si otteneva la produzione sperata;
VERDESE: pochi esemplari, alberi anch'essi molto imponenti, esiste ancora una
località che porta tale nome.
Gli alberi di castagno venivano piantati a gruppi ai bordi dei prati detti
"magri" i quali venivano falciati una sola volta all'anno verso fine luglio. Il
prato circondato da alberi di castagno era chiamato Selva. La piena fioritura
degli alberi era verso metà / fine giugno (con grande gioia delle api, le quali
producevano così ottimo miele scuro di castagno). Sparito il fiore appariva
subito il riccio e, come dice il proverbio "Per Santa Maria Maddalena (22/07) se
cuncrea la castegna" verso metà / fine luglio, si formava all'interno del riccio
il piccolo frutto, che giungeva a maturazione a fine settembre / ottobre.
La raccolta era effettuata a cura del proprietario, dei propri lavoranti ed in
caso di famiglie che possedevano selve grosse c'era anche l'aiuto di persone le
quali procedevano al raccolto in cambio della metà del prodotto. In tal caso le
castagne venivamo misurate con lo staio "Stè" col mezzo staio o col quarto di
staio e se ne avanzavano un po' si faceva un mucchietto e con la mano si
divideva a metà.
A Brinzio non si è mai eseguita a bacchiatura perché gli alberi erano così
abbondanti che quel lo che cadeva al suolo durante la notte era più che
sufficiente per riempire i sacchi o la sciuera.
I proprietari delle grandi selve
ritiravano i sacchi con il carro, sul quale era stata posta la "Griscia" e
portavano in paese anche i sacchi dei piccoli proprietari i quali poi, con
carriole od altri mezzi li andavano a ritirare nella corte dei trasportatore.
Per la raccolta, effettuata prevalentemente da donne e ragazzi/e, si indossava
la "Besascia" speciale grembiule; per le prime castagne "le sgranate" che
cadevano al suolo prima di ricci e foglie, si usavano solo le mani,
successivamente si doveva usare il "Cruel" piccolo bastoncino a forca, che
serviva per spostare ed aprire i ricci.
Quando ormai la raccolta era quasi ultimata si passava col "Ruspett" piccolo
rastrello che, spostando foglie e ricci vuoti, permetteva la raccolta delle
ultimissime castagne. Dopo che i proprietari avevano passato la selva col Ruspett chiunque poteva accedervi e raccogliere ciò che era rimasto (la
spigolatura).
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